Tre tipologie di ricerca: la ricerca traslazionale

Nel campo dell’oncologia, la ricerca traslazionale capisce se esiste la possibilità di mutare le scoperte scientifiche che traghettano in laboratorio, in vere applicazioni cliniche per diminuire l’incidenza e la mortalità per il cancro. Questa è soltanto una delle definizioni possibili e immaginabili per questo ramo della ricerca scientifica, la quale viene ben rappresentata anche dalla fase  from bench to bedside, ovvero dal laboratorio al paziente. Quando si fa una ricerca, si costruisce un vero ponte tra la scienza e il mondo della medicina, per poter utilizzare nel modo più corretto possibile le ricerche di tutti i ricercatori. Necessaria dunque è una figura che sia capace di tradurre in pratica le scoperte che fa la scienza, adottando strategie utili per poter fare uso dell’ultima scoperta nel campo genetico o all’interno della biologia molecolare al letto del paziente.

La ricerca clinica

La fase ultima dello studio prima della richiesta di approvazione di un farmaco nuovo da sperimentare sul campo, o di un nuovo trattamento, è di fatto la ricerca clinica. Questa ricerca altro non è che una fase capace di sperimentare attraverso il coinvolgimento dei pazienti, per capire l’efficacia di una molecola nuova o di un trattamento. In genere questo trattamento è diviso in quattro fasi. Le prime tre fasi sono utili all’approvazione del trattamento nuovo, alla sua commercializzazione, mentre la fase numero quattro viene messa in atto quando la terapia ha ottenuto approvazione, per ottenere rari effetti valutabili su larga scala. Le persone che entrano a far parte degli studi clinici, sono dei volontari che firmano un documento molto importante, il consenso informato, che autorizza i ricercatori a raccogliere i dati che hanno a che vedere con i pazienti che descrivono le conseguenze al trattamento e le possibili reazioni.

 La ricerca epidemiologica

Gli studi in ambito epidemiologico, hanno il compito di esaminare la distribuzione di una malattia all’interno della popolazione. Quelli che possiamo considerare fattori di rischio per la sua comparsa e la relazione con diverse abitudini e stili di vita. L’epidemiologia analizza l’efficacia degli esami realizzati preventivamente e degli screening per una veloce diagnosi, stabilendo il rapporto tra i costi e i benefici. Gli studi epidemiologici possiedono una struttura molto simile a quella degli studi clinici: vengono scelte diverse persone da osservare, delle volte in modo retrospettivo, mentre delle altre in modo prospettico. Si realizzano anche degli studi in cui un gruppo di persone è stato esposto ad una sostanza che si vuole attentamente studiare, mentre un gruppo secondario di controllo non è stato accuratamente esposto.
La ricerca oncologica è lunga e complessa, per questo la realtà di Sergio Lombroso invita a finanziare le borse di studio per la ricerca sul cancro. Ognuno di noi può fare la differenza nella scoperta di nuova idee e possibili soluzioni.