Pignoramento prima casa: in quali circostanze si fa? È possibile evitarlo?

pignoramento prima casa

In certe occasioni molte famiglie si ritrovano in difficoltà economiche per via della mancanza del lavoro e sono costretti a chiedere aiuto a chi non dovrebbero, soprattutto agli strozzini e, nei casi ancora più gravi, alle persone legate alla criminalità organizzata.

Purtroppo queste persone, dopo aver dato i soldi non solo vogliono restituita l’intera somma prestata, ma ci aggiungono anche gli interessi abbastanza alti, e la famiglia è costretta a fare una cosa abbastanza grave, ovvero pignorare la casa. Questo è solo un drammatico esempio, infatti ce ne sono molti altri in cui è possibile pignorare la propria casa per far fronte a varie difficoltà.

In quali circostanze si fa?

Il pignoramento è una fase davvero grave se la famiglia, oppure una persona non ha abbastanza fondi per sopravvivere e deve provvedere sia a lui che alla famiglia, se ce l’ha.

Inoltre il fatto di non avere un lavoro aggrava molto la situazione di trovarsi sul lastrico e quindi la soluzione più ovvia è chiedere un aiuto alla banca, ma dato che non sarà in grado di restituire la somma in prestito è possibile che non avviano la procedura. Anzi, sarà proprio la banca a pignorare la casa e a metterla all’asta per poter avere indietro i soldi da parte dell’utente che chiede loro aiuto. È una procedura davvero forte ed umiliante se una persona è costretta a seguire tutto questo.

È possibile evitarlo?

In pochi casi il pignoramento della prima casa è possibile evitarlo solo grazie ad una normativa chiamata legge n. 3 del 2012, il nome di questa è “Legge salva suicidi“, questa però va applicata quando l’aumento dei debiti supera molto le condizioni economiche e vitali del soggetto privato e a rischio del pignoramento della prima casa.

È una legge che salva tutti gli utenti ritenuti salvabili, come le piccole imprese con un fatturato inferiore ai 22.000 €, anche le aziende agricole sono ritenute salvabili dal pignoramento della prima casa e anche gli enti no profit possono evitarlo. Inoltre la procedura per l’avviamento al pignoramento della casa è davvero molto lunga e piena di fasi e passi burocratici, inoltre ci vuole anche tempo prima che la casa venga venduta all’asta e che si trovi un buon compratore affidabile.

Inoltre, se la persona che rischia di perdere la casa riesce in qualche modo a trovare abbastanza soldi e denaro abbastanza sufficiente per salvare per il momento la situazione, in debito può essere in qualche modo saldato e la casa è salva. Un altro metodo più fortunato che può succedere in caso del pignoramento in atto è che nessuno trovi la casa all’asta abbastanza interessante da essere comprata e quindi il pignoramento non avviene.

In questo modo inoltre il prezzo della casa all’asta viene abbassato e se succede più di una volta il giudice può anche pensare di evitare la vendita e togliere l’immobile dall’asta, anche perché più si abbassa la vendita e maggiori saranno i problemi per saldare i debiti che non basteranno. Questa chiusura anticipata però dev’essere emessa solo dal giudice.